Titolo: L'arte perduta di mantenere i segreti
Autrice: Eva Rice
Editore: Polillo
Pag. 381
Prezzo: 19.50 Euro (è possibile trovarlo a un prezzo super scontato)
Descrizione: Ambientata negli anni Cinquanta in un'Inghilterra che si sta faticosamente riprendendo dai disastri della Seconda Guerra Mondiale e si avvia verso la rivoluzione culturale che segnerà il decennio successivo, questa è l'indimenticabile storia di Penelope Wallace, ingenua diciottenne avida di vita e d'amore, ma confinata in un'antica dimora di campagna che sta cadendo in rovina e inghiottendo le già magre finanze di famiglia. Con lei abitano Talitha, la madre bellissima e petulante che ha perso il marito al fronte e serve in tavola anatra ogni volta che è in vena di lamentele, e Inigo, il fratellino ribelle e fanatico di Elvis Presley. L'incontro casuale di Penelope con la coetanea Charlotte, spirito libero ed eccentrico, e con il suo misterioso cugino Harry, le spalanca le porte dell'ambiente mondano di Londra con i suoi grandi party, i tè alla moda, i rampolli di buona famiglia, le gelosie, i pettegolezzi, le passioni tumultuose. Quando Harry le chiede di accompagnarlo a una festa per far ingelosire l'ex fidanzata che gli ha spezzato il cuore, lei, pur con riluttanza, accetta. È l'inizio di una stagione memorabile scandita dal ritmo indiavolato del rock 'n' roll. Penelope scopre l'amore, cresce e cambia, un cambiamento che riecheggia la grande trasformazione in atto nella società che la circonda.
L'autrice: Figlia del celebre paroliere inglese Tim Rice, Eva ha esordito nella narrativa a soli 24 anni con Standing Room Only (2000), a cui è seguito Butterfly Sting (2002). Con il terzo romanzo, L’arte perduta di mantenere i segreti, ha raggiunto il successo e la notorietà internazionale. Musicista ed ex cantante del gruppo “The Replicant Saints”, vive a Londra con il suo compagno, la figlioletta, un cane e alcuni canarini e sogna di trasferirsi un giorno in Cornovaglia. Il suo nuovo romanzo è di prossima pubblicazione in Inghilterra.
Recensione:
Nella Londra degli anni ’50, dove Elvis Presley è ancora un
cantante semi-sconosciuto, Penelope Wallace, una ragazza inglese di diciotto
anni, appartiene a una famiglia apparentemente più che benestante, sebbene suo
padre sia morto in guerra da giovane e sua madre 35enne non perda occasione per
rimarcare ogni volta lo stato di decadimento monetario che affligge Magna, la
loro casa-villa enorme. Nonostante questo la sig.ra Wallace compra a sua figlia
abiti di Dior per il party, spende e spande a dismisura. Un giorno Penelope fa
un incontro insolito con Charlotte, una ragazza particolarmente espansiva che
la invita a dividere il taxi con lei e a sorbirsi un pomeriggio da sua zia
Clare. Lì Penelope conosce Harry, un ragazzo poco più grande di lei, con una
passione per i trucchi magici. Il giovane è innamorato perso di una certa
Marina, la quale l’ha lasciato perché non aveva abbastanza soldi e ha deciso di
sposare un riccone, George, a breve. Il piano diabolico del mago consiste nell’andare
alla sua festa di fidanzamento accompagnato da Penelope, che tutto sommato è
una bella ragazza, alta e bionda e potrebbe quasi sicuramente far ingelosire
Marina.
L’inizio di questo libro non è stato malvagio e nel
complesso è piacevole, sebbene sia ricco di troppi particolari e dettagli che
non aggiungono motivazioni alle azioni dei personaggi. Charlotte ha un
carattere interessante e anche Harry, sebbene avrei gradito una maggiore descrizione
psicologica… anche la stessa protagonista non viene approfondita abbastanza
e a un certo punto pare che non sappia distinguere una cotta per un uomo da un’infatuazione
per il suo cantante preferito a un presunto amore per lo stesso Harry. Per
carità, a chi non è mai capitato a quell’età di fare confusione nei sentimenti, tuttavia non arrivare a comprendere l'interesse per una persona che si ha sotto il naso,
ma soprattutto non provare quella morsa allo stomaco quando riesce a riconquistare
la sua ex… Non so, mi è sembrato un finale molto approssimativo e
abbastanza scontato, ma aldilà dello scontato sarebbe stato molto più carino
descriverlo nei dialoghi e nelle azioni e invece il tutto viene liquidato in
poche pagine, che sono quasi 400… Poteva spenderne altre 20 per un finale più
dignitoso, no? Lo stile del romanzo è elegante, pulito, raffinato e se la
storia fosse stata più asciugata per certi versi e approfondita nella parte
finale, secondo me avrebbe reso più giustizia all’autrice, magari approfondendo
le relazioni tra i personaggi. Ovviamente questo è soltanto il mio parere, l’autrice
ha scritto nel complesso un romanzo piacevole, sebbene la sua profondità venga
spesso oscurata da una superficialità dei pensieri e delle azioni di molti
personaggi, che sembrano pensare solo a sistemarsi, a ubriacarsi e a puntare
uomini belli, ma soprattutto con i soldi (questa è senz’altro una critica che l’autrice
intende fare alla società, il punto è che anche i protagonisti sono immersi in
questo mondo). No, ritengo che non sia
stata resa giustizia a Harry e nemmeno a Charlotte, personaggi molto brillanti
e simpatici, le cui vicende ho ammirato e letto con piacere.
Voto 3/5
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