Titolo: L' abbazia di Northanger.
Autrice: Jane Austen
Editore: Crescere Edizioni
Pag: 222
Prezzo: 7.90 Euro
Collana: Grandi Classici. Versione integrale.
cm.13x20
Anno prima pubblicazione: 1818 (ma venne scritta nel 1803)
ISBN: 8883371461
Recensione: Catherine Morland è una giovane diciassettenne di umili origini, appartenente a una famiglia numerosa. Quando assieme alla signora Allen, sua zia, giunge a Bath, scopre per la prima volta la "civiltà", il teatro, la Pump Room e tutte le frivolezze dell'epoca. La prima parte del romanzo si incentra sulla noia provata dalla nostra "eroina", così dipinta dall'autrice, poiché a Bath la zia non conosce nessuno e inoltre all'epoca non si poteva parlare apertamente con una persona senza prima essere stati presentati da un'amica o da un conoscente comune. Quando la signora Allen incontra una sua vecchia conoscente, la signora Thorpe, quest'ultima presenta a Catherine sua figlia, Isabella, e le due divengono immediatamente amiche del cuore; o almeno le descrizioni della Austen in merito al loro rapporto paiono così melense e zuccherose da destare nel lettore un certo scetticismo. Tale sensazione si rivelerà in seguito fondata, poiché Isabella è uno dei personaggi più insopportabili e negativi che mi sia capitato di incontrare: le piace civettare con i ragazzi, dice sempre di essere buona e cara, di non pensare mai del male di nessuno, quando in realtà si rivela un'ipocrita opportunista e vanitosa, che crede nell'amicizia solo se può trarne un qualche vantaggio e non si preoccupa minimamente della povera Catherine, che lascia sola più volte per poter ballare con il fratello di lei, James. Quest'ultimo si invaghisce a tal punto di Isabella da chiederle la mano. Isabella è entusiasta, in quanto non possiede nemmeno una dote, ma quando il padre di James gli comunica che dovrà aspettare 3 anni prima di sposarsi e ricevere il poco denaro che gli spetta, la signorina non sembra affatto così contenta. Intanto Catherine mostra simpatia e ammirazione per il Signor Tilney, un giovanotto abbastanza brillante -anche se il suo carattere non viene granché affrontato nel libro e per certi versi rimane un po' in secondo piano- di 25 anni e stranamente scapolo. Egli ha una sorella, Eleanor, con la quale Catherine stringe un'amicizia, questa volta sincera e senza inganni. Più volte il fratello di Isabella, John Thorpe, un personaggio anch'esso pomposo, egocentrico all'estremo e per questo intollerabile, tenterà di metterle i bastoni fra le ruote con la famiglia Tilney. La vicenda si snoda quando Catherine si rende conto dell'atteggiamento frivolo, per usare un eufemismo, di Isabella nei confronti del fratello maggiore di Henry Tilney, nonostante ella sia fidanzata con James. Quando il generale Tilney propone a Catherine di andare a stare con loro per un po' di tempo all'abbazia di Northanger, quest'ultima è al settimo cielo. Il personaggio di Catherine in questo frangente non è stato sufficientemente delineato, o meglio, avrei gradito una maggiore spiegazione della sua "follia". Infatti una volta giunta all'abbazia, Catherine si immagina cose mai viste, si suggestiona per niente e pensa, senza avere alcuna prova ma solo basandosi sulle sue fantasie, che il generale Tilney abbia assassinato la moglie anni fa! Ma non solo! Ella rivela i suoi timori a Henry, che meravigliato la esorta a non pensare più a queste assurdità infondate (una persona ragionevole e con un po' di cervello avrebbe capito che Catherine ha dei problemi e di certo non si sarebbe mai innamorata di lei). L'episodio della follia di Catherine si conclude non appena arriva una lettera di James, che la informa che Isabella l'ha lasciato per il fratello maggiore dei Tilney. Lo stupore per un tale scandalo è evidente in tutti i personaggi. Una successiva lettera di Isabella afferma invece che Frederick l'ha soltanto presa in giro e per quanto ella voglia riallacciare i rapporti con James tramite Catherine, la sua ex amica rimane disgustata da questo viscido voltafaccia.
D'improvviso il generale Tilney caccia Catherine di casa senza un motivo preciso, che può essere chiaro solo al lettore: il signor Tilney, resosi conto che la signorina Morland non ha un patrimonio consistente, decide di cacciarla via da casa sua, onde evitare possibili unioni con il figlio. Egli l'aveva invitata esclusivamente perché aveva sentito dire da John Thorpe che la sua fosse una famiglia benestante e ricca, cosa talaltro non vera.
Mi ha deluso molto il finale, sebbene si concluda nel migliore dei modi, l'autrice non lo descrive, bensì lo racconta soltanto e si estingue in poche pagine. Perché divagare sulla cattiveria altrui, sulle piccolezze della gente, per poi non descrivere un finale come quello di Orgoglio e Pregiudizio che, sebbene anche lì a mio avviso sia abbastanza abbozzato rispetto al resto della storia, perlomeno è degno di un dialogo-monologo dei protagonisti?
Inoltre vi sconsiglio vivamente quest'edizione in quanto è ricca di errori di stampa.
Voto: 3/5
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